6.2.07

La piazza 

posted in Voci -by Gianni per gentile concessione a LucaniArt
di Gianni Mazzei
Come dal piombo essi traevano responsi…

“La piazza? E’ certo un luogo fisico, centrale, ma con caratteristiche diverse e con cambiamento di funzione a seconda del tempo e della cultura di un popolo. Come pure con diversità di ubicazione. Vedi qui: questi massi erratici ora non ci dicono niente o possono servire ai miei operai per arginare il terreno o segnare il confine; nel passato probabilmente erano il cuore di una piazza, i dolmen in un’altura come questa dove si elevavano sacrifici agli dei o si adorava il dio sole.
O osservi la piazza che tu conosci: prima è quella davanti alla Chiesa-madre, delimitata dal campanile e dal palazzo dei Principi… Essa dilata la sacralità delle funzioni, celebrate, nell’odore dell’incenso che si espande e nella rotondità della parola salvifica, escludendo ogni altra attività e manifestazione. Se ricordi, il mercatino rionale, con la vivacità delle verdure, la puzza dei pesci coperti da sciame di mosche, avveniva fuori dal sacro recinto, sotto gli archi, per non inquinare il potere divino…”
Cammina, raccogliendo qualche frutto caduto dagli alberi, con dietro il maestro che è andato a trovarlo.
“Ecco” - continua, gesticolando - “è una questione di potere, di trasmissione che crea, a volte, come nel tuo paese, anche una filiazione fisica, una successione spaziale che rispecchia quella temporale.
Alla piazzetta della Chiesa, ormai deserta, preda di gatti randagi, subentra a pochi passi la piazza centrale, tra l’imponenza del castello e i palazzi di cui tu parli. Sempre animata, sempre invidiata, sempre temuta non solo nelle grandi occasioni, dal mercato alla processione del santo patrono al comizio fino alle manifestazioni di massa: anche la quotidianità ha bisogno della sua identità, del suo sfogo che avviene in piazza, come un marchio di autenticità o un umore marcio che lì si secca e consente così una vita recuperata e sana. Col tempo, forse, la piazza si sposterà in quell’altro luogo vicino, ora adibito a fiera, a parcheggio.
O forse, per la piazza cambierà totalmente il modo di essere, in una società, come la nostra, che elimina la diversità a favore della globalità, elimina il singolo, estraneo così alla fisicità ed emotività dei suoi simili, per navigare in rete… Sarà la rivincita del tempo che, a dispetto della sua precarietà, annullerà lo spazio, rinsecchendosi in un unico buco nero, la televisione o internet. Ma sempre piazza sarà e sempre indicherà potere…”
“O contro-potere” - fa il maestro, raccogliendogli gli occhiali che erano caduti, evidenziando così una benda. “Sai, ho dovuto fare un’operazione all’occhio sinistro, per recuperare la visibilità laterale” dice, facendo brillare l’altro occhio, mobilissimo e ceruleo.
“Contropotere, potere: non c’è molta differenza. Cambia la prospettiva soltanto, la piazza resta identica. Sia se la folla parigina uccida o inciti alla decapitazione del re, sia se gli studenti fermino i carri armati a… Ciò che viene subito dopo non è altro che un assestamento tellurico dello sfogo terrestre che ha già disegnato i suoi meccanismi, i suoi momentanei protagonisti, le sue falsificazioni, i suoi vinti e i suoi vincitori…”.
E’ la prima volta che capita al maestro, su insistenza dell’amico, di ascoltare questo guru della cultura.

(stralcio tratto dal romanzo inedito "La piazza", capitolo II° )
Gianni Mazzei è nato e vive in Calabria dove insegna Storia e Filosofia nei licei. La sua massima aspirazione è diventare “ un cattivo maestro” come Socrate. Il suo daimon, però, non lo sconsiglia di interessarsi di politica, che considera un dovere, specie al Sud, dell’intellettuale, al servizio della collettività.
Ha pubblicato: saggi (Politicamente polemico, Mimmo Zappone, giornalista, Storia di un’interna contestazione, dittico), poesia (il rumore del nulla, balbettìo d’eterno, l’errore non rettificato, di là dalla siepe, ricordo di ogigia col pseudonimo Linciu), romanzi (in exitu Israel,Speculum, Io, Giulio, La piazza). E’ in corso di stampa il saggio “Il tallone di Edipo”, come ricerca dell’identità occidentale. Hanno parlato di lui: B. Squarotti, Selvaggi, Piromalli, Sessi, Lauretano, Tedeschi, Bruni, Mangone, Vincenzi.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

cari amici, il 6 ottobre,alle ore 17,30, a Villapiana-centro,nella sala convegno vecchio municipio
viene presentata l'opera letteraria di Gianni Mazzei che prende lo spunto dall'ultimo suo saggio "Il tallone di Edipo"

06 ottobre, 2007 12:16  

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