17.6.06

Zio Raffaele frittolo e la passata del fico 

posted in Voci - by Rosario per gentile concessione a LucaniArt

di Rosario Castronuovo

La salita impegnativa era corta, e dopo un poco finiva in uno spiazzo che dava su un campo in leggera pendenza, che aveva ancora i graffi dell’aratura dell’anno prima. Sul lato c’era un sentiero fiancheggiato da una fila di querce e sotto ad una di queste, che sembrava più grande delle altre, una fontana.
Alla fine della fila di alberi, c’era una casa bianca dipinta a calce con una porta piccola, verde scuro, chiusa per mantenere l’interno all’ombra e quindi al fresco. Sull’uscio un uomo seduto ad una sedia bassa che da lontano era una macchia nera con il cappello. Sul vestito si notavano le strisce bluastre che il sole rifletteva sul velluto nero. Al suo fianco, in piedi appoggiata all’ombra dello stipite della porta, una ragazzina, che ad occhio poteva avere intorno i dodici anni, vestita con abiti moderni dai colori vivaci.
Quando i tre giunsero alla fontana l’uomo seduto fece dei cenni lenti, ma significativi, affinché si fermassero per non spaventare qualcuno. Giuseppe e la compagna sospettarono che ci fosse in giro un cane pericoloso. Capitava spesso che i contadini che abitavano in campagna, perché castigati da furti e prepotenze, tenessero liberi uno o piu cani di grossa taglia che avevano incattivito, tenendoli alla catena e addestrati a mordere gli estranei quando mancava il padrone. Si sedettero al muretto vicino alla fontana e la mamma strinse ancora piu forte il bambino al petto.
Notarono che il vecchio e la ragazza stavano perfettamente immobili, mentre il vecchio teneva in una mano il capo di un filo che finiva a cappio sull’orlo di un piatto pieno di latte. A breve, ad una decina di metri da loro, nella scarpata incominciarono a muoversi dei fili d’erba come un’onda, un segno che si dirigeva verso il vecchio, fino a quando uscì pigro ed indolente allo scoperto, un grosso cervone. Era un serpente lungo più di due metri e si avvicinò alla ciotola per bere. Fu in quel preciso istante che Zio Raffaele, mentre si alzava dalla sedia, tirò di scatto il filo. Alzando le braccia sollevò il serpente che quasi non si ribellò, come se accettasse la situazione e lo appese ad un ramo del pero dietro casa.
Il vecchio allora fece segno alla famigliola di avanzare, ed una volta vicino, Vito gli chiese "siete voi Zio Raffaele quello che fa la magia per far passare l’ernia ai bambini?". "Così dicono" rispose il vecchio. Zio Raffaele stava seduto al sole, un vestito di velluto nero ed un cappello in testa. Uno di quei cappelli classici, quelli che erano abituati a portare le persone di una certa età e con cui si erano costruiti un personaggio. Sotto la visiera due fessure orizzontali. Occhi che tagliavano l’aria e l’anima di quelli che miravano. Ogni tanto da quel buio profondo spirluceva una scintilla, quasi a far vedere che dietro c’era un fuoco vivo. Giuseppe, incuriosito, e per prendere confidenza, ascoltave la sua voce e per cercare di intuire di che personaggio si trattasse, chiese cosa ne doveva fare del cervone. "Il serpente mi serve perchè, domani a mezzogiorno, quando il sole è alto e quindi fa abbastanza caldo per riuscirci meglio, devo alzargli la pelle dal dorso e prendergli un poco del grasso che ha sotto. Avrei potuto ucciderlo, ma non mi piace e non mi sembra giusto. E poi da morto, il grasso non me lo dà volentieri, perché si irrigidisce e si raffredda. Invece così quando è ben caldo, taglio la pelle sul dorso, gratto il grasso e lo lascio libero. Lui in piena forza e con l’aiuto del sole rimargina la ferita. Questa, oltretutto è una creatura magica ed ingorda di latte. Si racconta che di notte, nelle notti calde d’estate, quando le case erano piene di buchi, perché fatte di canne, tavole e terra impastata, si infilava lentamente, senza far rumore, nel letto delle donne che allattavano e rubava il latte dalle loro mammelle. Per non farsi scoprire, a causa del bambino che presto avrebbe pianto non trovando la mammella, beveva dal seno e infilava la punta della coda nella bocca del neonato. Perfino allora, se scoperto, veniva spaventato ma non ucciso, perché portatore di abbondanza.
Durante le sere d’estate, tante volte veniva sorpreso dal gualano -abile nella cura dei buoi, delle mucche, e nell’aratura- nello spiazzo all’aperto, usato come ricovero per gli animali, che beveva a garganella dalle mammelle delle mucche. Al mattino, quando il gualano andava a liberare le mucche per condurle al pascolo, stava molto attento che gli animali non lo calpestassero e che non gli fosse fatto del male. Se questo fosse successo, la ricchezza di cui era portatore, se ospitato e accudito, si sarebbe tramutata in sciagura. Ho conosciuto una famiglia che grazie alle sue frequenti visite è diventata ricca e fortunata.
Io gli prendo solo un poco di grasso, il necessario, perché domani mattina viene a trovarmi una persona che non riesce a risolvere i dolori alle spalle. I reumatismi lentamente lo stanno incurvando e i medici lo hanno congedato. Dicono che è la vecchiaia e non riescono a farci niente perché è troppo tardi. Se non gli do una mano, sarà costretto a camminare guardando a terra per il resto della sua vita. Il grasso lo sciolgo in un goccio d’olio e glielo spalmo sulla spalla.”
(un inedito di Rosario Castronuovo per LucaniArt tratto da "Zio Raffalele frittolo e la passata del fico)

Rosario Castronuovo è nato il 13 maggio 1950, a Teana (Potenza) dove ha vissuto fino al 1991. Rifare il percorso dei genitori, rimanere soli con i figli lontano faceva paura. Così decise di partire approdando in un’isola felice: l’Emilia Romagna, dove si sente a casa sua. Vive a Fiorano Modenese, incontra poeti e frequenta circoli, recita poesie. Sta imparando a dipingere. Ha pubblicato le raccolte “Il figlio di Giovanni” nel 2001 e nel 2005 “Almeno torni il vento” che rappresentano un omaggio alla sua terra. Molte poesie sono pubblicate su antologie e riviste letterarie, ottenendo recensioni significative.

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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Che sorpresa! Rosario che si cimenta anche con i racconti!
Una piacevole sorpresa......

21 giugno, 2006 06:54  
Anonymous Anonimo said...

Complmenti per il tuo racconto molto interessante

23 giugno, 2006 00:15  
Anonymous Anonimo said...

Ciao carissimo Rosario...come al solito nelle tue cose non ti smentisci mai...anche in questo raccontosei sempre favoloso e letto da tutti noi...ciao vincenzo
ps...auguri x i 57....o sbaglio...??? io li compio a luglio 07 prossimo ciao....

www.vincenz@tiscali.it

25 giugno, 2006 21:06  
Anonymous Anonimo said...

Come al solito Rosario sa esprimere anche nei racconti, oltre che nella poesia, la vera essenza dello scrittore, cioè sa dare immagini chiare e forti emozioni.
Elio Caterina

21 settembre, 2007 15:19  

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