4.5.06

Un sogno: domani limoni 

posted in Voci - by Tesi per gentile concessione a LucaniArt

di Luciano De Simone

Guardo un muro scrostato. E’ bianchissimo e imbrattato dalla mia ombra scura. Netta, precisa. Un bambino abbronzato ride con denti bianchissimi quasi come il piazzale, polveroso e riarso, che ne ospita le gesta. Gesta da bambino, terrorizza una lucertola. Le corre dietro, lei scappa. Rotea su se stessa poi decide. Affronta il muro e vi si arrampica snella e prensile fino alla testa della mia ombra. Sembra fluorescente. Il bambino fa scivolare le mani sul muro nel tentativo d’acciuffarla, ma prende coscienza quasi subito dell’inadeguatezza della propria condizione di uomo. Un velo fugace di tristezza e disillusione, visibile solo da occhi veloci ed attenti, attraversa il suo sguardo. Ma è solo un attimo. Adesso corre di nuovo ridendo un po’ sguaiato e urla qualcosa che non si capisce. Lingua madre. Una donna è piccola, lontano. Devi attraversare l’afa con un taglio d’occhi strizzati per vederla a fuoco. Intorno case bollenti con occhi neri quadrati come finestre senza vetri, la osservano. La donna porta un cesto sulla testa. E’ vestita di nero come sua madre e la madre di sua madre. Viene avanti flessuosa, incurante dei secoli di lutto affondati nel nero della sua veste. Il suo corpo è prepoternte e sudato. Si muove nel bianco assolato, fotosintesi quasi retorica di tutti i sud del mondo, con la fluidità dei pesci nel mare e la determinazione di chi deve. Come se la cesta e l’arsura non le pesassero. Il bambino le ronza intorno. Insieme avanzano.
Vicino al muro c’è una sedia di legno impagliata. Mi tolgo la giacca e la stendo sullo schienale della sedia. Faccio lo stesso con la camicia ormai zuppa. Poi mi siedo e chino la testa fino a toccarmi con la fronte le ginocchia. Sono stanco. Respiro a bocca aperta e il sudore che mi cola dalle sopracciglia crea una pozza tra le due punte delle mie scarpe. Nel piccolo lago di sudore si specchia un volto. La donna mi scherma il sole, posa la cesta sulle mie ginocchia e con un gesto sensuale e secco butta indietro testa e capelli. In bocca un sorriso di sollievo ad occhi chiusi. Il bambino affonda una mano nella cesta e ne estrae un fico. Lo porge alla donna e le fa: me lo sbucci? La donna mi prende la testa tra le mani e la stringe sul suo addome. Sono contenta che sei tornato, sussurra con la sua voce calma e roca. Il bambino le fa: sono qui, mi sbucci ‘sto fico? Quando mai sono mai partito. Non vedi? Sono ancora un bambino.
Allora mi prende per mano e mentre ci allontaniamo fa: basta fichi, è troppo caldo. Domani limoni.
Luciano De Simone (1956). Studi di architettura non completati per dedicarsi alla fotografia che pratica per oltre vent’anni. Nato a Milano, calabrese di origine, romano d’adozione, vive e lavora a Torino. Da quindici anni è regista documentarista e video performer. Si occupa di comunicazione urbanistica e territoriale. In particolare lavora sulle trasformazioni fisiche e sociali delle città e dei sistemi territoriali, tema intorno al quale progetta e produce mostre, eventi, incontri, spettacoli. Si occupa di sistemi, tecniche, tecnologie e linguaggi nella società moderna, oltre che di cinema, fotografia, comunicazione di massa e nuove tecnologie applicate ai sistemi visivi. Studia i linguaggi giovanili e tiene corsi di rappresentazione del progetto presso la facoltà di Architettura dell’Università di Torino e corsi di comunicazione pubblica e territoriale per le amministrazioni pubbliche. Attualmente è impegnato nella scrittura di una sceneggiatura cinematografica.
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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

E' davvero un piacere ospitarti in questo spazio, grazie per aver accolto il nostro invito...Belle immagini e davvero ben rese...Maria Luigia Iannotti

05 maggio, 2006 10:20  
Anonymous Anonimo said...

grazie a voi per l'ospitalità e anche per l'eleganza e la pulizia di questo originale spazio letteratrio che vi auguro abbia successo.

p.s.: per Mapi. resto tuttavia curioso di sapere quale tra i pezzetti pubblicati sul mio blog tu avresti scelto. mi interessa, davvero.

un abbraccio

tesi

05 maggio, 2006 10:26  
Blogger LucaniArt said...

La verità? Mi sarei trovata molto in imbarazzo a dover scegliere. Questo però mi è piaciuto particolarmente e lo segnalo da qui: "Arriva un momento in cui la vita ti cambia. Per sempre. E diventi grande. E’ un momento in cui la domanda è più convincente della risposta..."
in Intro(i)spezione 6
http://www.insoggettiva.splinder.com/post/7816207/Intro%28i%29spezione+6.
Grazie Tesi... e a presto
Mapi :)

05 maggio, 2006 18:33  
Anonymous Anonimo said...

sono particolarmente contento che ti sia piaciuto questo, anche se non l'avrei creduto.

Grazie ancora.

un abbraccio e un sorriso. (ci metto pure un bacio, via..)

:-)

tesi

05 maggio, 2006 18:54  

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