30.1.08

Ho lasciato 

posted in Voci by Vincenzo per gentile concessione a LucaniArt

di Vincenzo Capodiferro

Ho lasciato il mio paese,
un gruzzolo di case
tremanti di freddo,
arse di noia tutto l’anno.
Ho lasciato pietra su pietra
senza calce, embrici
abbracciati sui tetti,
vecchi seduti a contare
i giorni al trapasso.
Ho lasciato il bosco avito
di faggio, turbine
di verde sollevato
al cielo. Ho lasciato
il fiume che mangia
i piedi del mio paese,
incurante sulla roccia,
il fiume dove fanciullo
bagnavo l’infanzia mia.
Non più le bionde messi
e gli armenti ridenti
sui poggi montuosi,
non più la freccia dell’aratro
solcare il suolo riarso,
non più gli asini vagare
nei vicoli di pietra
e penombra.
Ho lasciato che morisse
di vecchiaia il mio paese,
vegliardo inchinato
al re Raparo da mille anni.
Ho lasciato tutto
il suo baratro di silenzio.
Nella mia lontananza
risuona l’eco
del suo fantasma.

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13.1.08

Nonna Maria 

Posted in Voci -by Rossana per gentile concessione a LucaniArt
di Rossana De Lorenzo
A guardarla, non le si darebbero i suoi 90 anni. Gli occhi vispi, come piccole perle nere vive, scrutano il mondo, con la curiosità di chi lo osserva per la prima volta. Con la curiosità di chi, pur avendolo visto cento, mille volte nella propria vita, stenta a conoscerlo tutto. A questa costante e tenera esplorazione, fa seguito uno scomposto movimento delle mani, che rugose come la corteccia di un albero, si annodano l’una all’altra, per stemperare un misto di paura e genuinità.
Strette in una morsa insolubile, le mani trovano appoggio sul grembo, rigonfio come il ventre di un neonato, mentre quello sguardo si perde tra le ombre spesse di occhiali inforcati proprio sulla punta del naso. E le gambe, avvizzite dagli anni, dall’età, che tanto la spaventa, si muovono nell’infaticabile ricerca di una postura più comoda, sulla poltrona di pelle, che l’abbraccia. Che abbraccia la piccola figura di nonna Maria. La vita, la sua vita, non le ha concesso molto. Piuttosto lei ha dato qualcosa alla vita, al mondo, che l’ha accolta umilmente quasi un secolo fa. L’ultima di 10 figli, la bimba di casa, a cui il ferreo rigore genitoriale aveva permesso il lusso di studiare. Licenza elementare e poi lavoro, duro lavoro, nient’altro che sacrifici in gioventù. L’amore, quello vero, l’aveva rapita quando era ancora tanto giovane. All’età di 30 anni, aveva già tre figli da accudire, con tutto l’affetto di cui era capace. Soprattutto con tutte le sue forze, perchè il padre dei suoi figli, era partito per il fronte. Siamo negli anni della Seconda Guerra Mondiale.Quanto è stato difficile rimanere aggrappati alla speranza, nonna Maria lo sa bene.Ed ora, nella ripetitività delle sue giornate senili, non le resta che il ricordo ineffabile di ieri, per sempre. (leggi l'articolo anche su http://lucaniart.wordpress.com/)
(racconto inedito, 2007)

Rossana De Lorenzo (Potenza, 1984), è una giovane studentessa di scienze della comunicazione, con la passione per la scrittura e la lettura di differenti generi letterari. Attualmente collabora con una testata giornalistica potentina, "Controsenso", oltre a mantenere vivo il proprio interesse per ogni forma di sinergia culturale.

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